Umberto Da Re

Analogico. Autentico. Autoriale.

chi sono

Una storia che attraversa il tempo

Una storia che attraversa il tempo

Sono Umberto Da Re, fotografo analogico e direttore della fotografia.
Porto un nome che appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni: un’eredità fatta di luce, di lenti e di carta fotografica.

La storia comincia quasi un secolo fa, con il mio bisnonno Umberto, fondatore dello Studio Fotografico Da Re, una delle realtà storiche della fotografia italiana.
Cresciuto tra set pubblicitari, camere oscure e il profumo dei chimici, ho respirato fin da bambino la passione di mio nonno Sandro e di mio padre Paolo, che mi hanno trasmesso il valore dell’immagine autentica e del mestiere artigiano.

Formazione e ricerca

Classe 1990, ho iniziato presto a trasformare la curiosità in professione.
Nel 2009 mi sono trasferito a Milano per studiare presso l’Istituto Europeo di Design (IED) e successivamente all’Istituto John Kaverdash, approfondendo tecnica e linguaggio fotografico in ogni ambito: moda, still life, camera oscura, fotoritocco e fotografia analogica.

Le competenze acquisite spaziano dalla stampa su lastre di vetro alla camera oscura tradizionale, fino all’uso dei più moderni software di color correction e color grading, che ho perfezionato presso la SAE Institute di Milano nel 2016.

Un percorso che mi ha insegnato a unire tradizione e innovazione, precisione tecnica e sensibilità estetica.

Tra fotografia e comunicazione

Nel 2015 ho deciso di mettere alla prova la mia visione fuori dallo studio di famiglia, collaborando con agenzie pubblicitarie e professionisti del settore creativo.
Da questa esperienza ho compreso quanto la fotografia sia parte di un linguaggio più ampio: quello della comunicazione visiva.
Parallelamente ho approfondito il videomaking e la regia cinematografica, specializzandomi nella costruzione della luce e del colore.

Oggi il mio lavoro spazia dalla fotografia d’autore alla direzione della fotografia per il cinema e la pubblicità, con un approccio che resta fedele all’origine: ogni immagine deve essere vera, tangibile, umana.

Autenticità nell’era artificiale

Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale può creare immagini perfette, ma prive di anima.
Io continuo a credere nella fotografia come atto fisico e spirituale: un istante impalpabile che diventa materia.

Le mie opere in bianco e nero nascono interamente in analogico, sviluppate con chimici ecocompatibili privi di idrochinone e stampate su carte di cotone di altissima qualità.
Ogni scatto è unico, certificato e irripetibile — il risultato di un incontro tra tecnica, etica e sensibilità.

Oggi

Continuo a lavorare nel solco della mia famiglia, ma con uno sguardo rivolto al futuro.
Nel mio studio unisco la memoria analogica alle potenzialità digitali, per restituire immagini che non appartengono soltanto all’occhio, ma anche alla mano e alla mente di chi le osserva.

Un istante che diventa oggetto.
Una fotografia che diventa presenza.